La “sindrome del colon irritabile” o “colite spastica”, rappresenta un disturbo cronico della funzione gastrointestinale che colpisce maggiormente le donne in età compresa tra i 20 e i 50 anni e si manifesta con dolore, gonfiore o distensione addominale che migliora dopo l’evacuazione e presenta alternanza tra stipsi e diarrea, più volte ricorrenti durante la giornata ed eventuali feci mucose.
L’eziologia risulta essere multifattoriale e, pur non essendoci certezza delle cause scatenanti, l’assunzione di cibi particolari, l’eccessivo stress, le alterazioni ormonali ed eventuali pregresse malattie infettive del tratto gastrointestinale sembrano essere le cause principali che possono portare alla sindrome del colon irritabile.
Spesso chi soffre di tale disturbo presenta anche emicranie, dolore su tutto il rachide, ansia, reflusso gastroesofageo, dispepsia (sensazione di dolore, bruciore, fastidio in corrispondenza dell’epigastrio), depressione, insonnia, stanchezza cronica, cistite, dolore pelvico cronico, fibromialgia ecc…
Non esiste un test specifico per diagnosticare tale disturbo.
La diagnosi, esclusivamente medica, si basa sulla classificazione della sintomatologia del paziente e di conseguenza sull’esclusione di altre problematiche aventi simile sintomatologia.
Solo nei casi più complessi si opterà per degli esami diagnostici approfonditi per escludere altre patologie.
La terapia medica standard è incentrata sul trattamento dei sintomi riferiti dal paziente quindi si consiglia di seguire un’alimentazione adeguata con riduzione di cibi che fermentano e producono meteorismo (bevande gassate, legumi, frutta a fine pasto, lattuga, ortaggi…);
assumere integratori di fibre, lassativi, probiotici; utilizzare eventuali farmaci antidiarroici, ansiolitici e antispastici per alleviare dolori, spasmi e per rilassare la muscolatura intestinale; utilizzare farmaci antidepressivi per favorire l’aumento della seretonina, neurotrasmettitore responsabile non solo del buonumore, ma anche del controllo della motilità e del benessere intestinale.
Esiste infatti una forte correlazione tra encefalo e intestino tanto da definire quest’ultimo il nostro secondo cervello: tali strutture si influenzano a vicenda pertanto il riequilibrio di queste due sfere può sicuramente apportare un grosso beneficio nella comunicazione sinaptica ed emozionale tra i due sistemi.
Il trattamento massoterapico e viscerale osteopatico incide sulla motilità del colon migliorando la ritmica peristaltica in favore della regolarizzazione del transito intestinale apportando così un riequilibrio generale e funzionale dei visceri e delle porzioni diaframmatiche che cooperano tra di loro alleviando la sintomatologia del tratto in questione.
Il trattamento mira inoltre a drenare il sistema venoso e linfatico, migliora la perfusione sanguigna, mobilizza le fasce muscolari, elimina gli spasmi attenuando ansia e agitazione.
La costanza nel sottoporsi ai trattamenti manuali, unita al cambiamento di alcune abitudini alimentari e di stile di vita, aiuta a ridurre inoltre l’iperalgesia intestinale e incentiva la regolarizzazione ormonale e dei neurotrasmettitori in quanto agisce indirettamente sulle innervazioni dei muscoli intestinali ai fini propulsivi e restituendo equilibrio al sistema nervoso autonomo.
Esistono ulteriori metodologie che possono portare beneficio alla persona che soffre di colon irritabile quali agopuntura, terapia cognitivo-comportamentale, training autogeno, attività sportiva…
In considerazione della frenesia oggettiva in cui viviamo, la sindrome del colon irritabile resta una patologia assai comune e debilitante che necessita di trattamenti prolungati nel tempo proprio per contrastare i suoi effetti cronici, ma la commistione tra medicina classica e terapie manuali quali massoterapia e osteopatia consente di migliorare e gestire tale patologia nella sua quotidianità con ottimi risultati.